Vivere l'arte come strumento di espressione, conoscenza, integrazione e benessere
Laboratorio artistico espressivo
domenica 30 dicembre 2012
Dall'Atelier delle Attività Espressive: buon 2013
domenica 2 dicembre 2012
L'Umanità di Emergency
Emergency ha pubblicato una bellissima animazione per sensibilizzare la collettività e far conoscere la loro attività e i contesti in cui operano.
In due minuti vengono raccontati 18 anni di storia, progetti e traguardi a livello nazionale ed internazionale, consapevoli di aver imboccato una strada difficile, arrischiata, ma nello stesso tempo ricca di soddisfazioni e di emozioni.
Ecco il progetto: 18 anni di storia in 2 minuti. Viaggia con noi.
'Ogni due minuti curano chiunque ne abbia il bisogno', gratuitamente.
Un principio di grande rilevanza e civiltà, che tende a configurare il diritto alla salute, 'come diritto fondamentale dell'individuo, primario ed assoluto'.
Grazie Emergency.
sabato 17 novembre 2012
New York - Museum of Modern Art
Vi segnalo una pregevole iniziativa. Il Museum of Modern Art (MoMA) in sinergia con l'American Istitute for Conservation Collections Emergency Response Team ha organizzato una serie di incontri formativi finalizzati al recupero delle opere d'arte (dipinti, disegni, sculture, libri) danneggiate dall'uragano Sandy, situate all'interno di gallerie, biblioteche e fondi archivistici.
Il MoMa è considerato uno dei più grandi musei di arte moderna al mondo. Dispone di un enorme spazio espositivo su sei piani, e raccoglie diversi secoli di arte moderna di incomparabile bellezza: dalla pittura alla scultura, dall'architettura al design, dalla grafica all'illustrazione, dalla fotografia ai film.
L'attenzione che questo museo riserva alla cultura in tutte le sue forme è un tratto distintivo. Ha da sempre destinato significative risorse nelle sue varie espressioni artistiche, aprendo iniziative culturali ad un pubblico sempre più vasto e diversificato, favorendo così una più profonda conoscenza dell'arte, nella convinzione che la cultura sia un elemento fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico.
domenica 14 ottobre 2012
L'Espressività Musicale nell'Arte e nella Scienza
In una composizione musicale ci sono infatti una serie di elementi costitutivi del suono, che combinati assieme in modo vario e complesso, conferiscono alla musica un determinato carattere espressivo, l'umore della composizione. Tra questi rientra anche la potenzialità espressiva dello strumento.
Ritmo, armonia, melodia - nel linguaggio della musica - sono in fondo gli stessi elementi che danno spazialità e forma alla narrazione in relazione a ciò che percepiamo. Ogni suono riporta a un'immagine e un'immagine a un colore e un colore a un'emozione. In questo intreccio sinestetico il suono svolge un ruolo da trasmettitore.
Scrive Charles Darwin: "La perdita degli interessi per la musica, la pittura, la poesia costituiscono una perdita di felicità e non è escluso che possa risultare lesiva per l'intelletto e, più probabilmente ancora, per il carattere morale, perché indebolisce il risvolto emozionale della nostra natura".
Definizione splendida, non soltanto perché consente di misurare il cammino percorso in più di un secolo, ma perché sottolinea il fatto che dietro l'attività artistica esiste una base unitaria, dove convivono diversi livelli di competenza teorica, storica, espressiva, che concorrono a formare l'essere umano.
Vi lascio dunque con le note di Autumn Leaves, arrangiamenti raffinati sottolineano le singole note ed amplificano la gamma espressiva di questo Standard, un brano della memoria e dei sentimenti.
giovedì 11 ottobre 2012
Quando la Musica è Poesia: Charles Baudelaire a Richard Wagner
A Richard Wagner
Parigi, Venerdì 17 febbraio 1860
Signore,
ho sempre creduto che un grande artista, per quanto possa essergli familiare la gloria, non sarebbe affatto insensibile a un complimento sincero, quando tale complimento fosse come un grido di riconoscenza, e quando questo grido avesse un valore particolare, per il fatto di venire da parte di un francese, cioè di un uomo poco incline all’entusiasmo e nato in un paese dove non si sa di poesia e di pittura più di quanto non si sappia di musica. Anzitutto vi sono debitore del godimento musicale più profondo ch’io abbia mai provato. Ho un'età nella quale non ci si diverte più davvero a scrivere a persone famose, e avrei del resto a lungo esitato a testimoniarvi per lettera la mia ammirazione, se ogni giorno non mi capitassero sotto gli occhi articoli indegni, e ridicoli, che si dan da fare in mille maniere per diffamare il vostro genio. Non siete il primo, signore, a causa del quale ho dovuto soffrire e arrossire per il mio paese. Ma ora l'indignazione m'ha spinto a esprimere in modo esplicito la mia riconoscenza. Mi son detto: non voglio essere confuso con questa pletora di imbecilli.
La prima volta che mi son recato al Théátre des Italiens, per ascoltare le vostre opere, ero abbastanza maldisposto, e persino, lo confesso, pieno di pregiudizi. Ma son da scusare, sono stato tanto spesso ingannato: m'è capitato troppe volte d'ascoltare musica composta da ciarlatani. Da voi sono stato immediatamente conquistato. Non si può descrivere quel che ho sentito, e se vi trattenete dal sorridere, proverò a tradurvelo in parole. In un primo momento m'è parso di conoscere quella musica, ma più tardi, riflettendovi, ho capito da che nasceva tale miraggio: mi pareva che quella musica fosse mia, e la riconoscevo così come ognuno riconosce le cose che è destinato ad amare. Per chiunque non abbia finezza di spirito una frase di questo tipo risulterebbe estremamente ridicola, soprattutto se scritta da uno come me, che non sa di musica, la cui educazione si limita al fatto d’avere ascoltato (d'accordo, con grande godimento) alcuni brani di Weber e di Beethoven.
Inoltre mi ha molto colpito, più di ogni altro aspetto, il senso di grandezza. Un carattere che rappresenta ciò che è solenne, e tende verso il solenne. Dappertutto nelle vostre opere sento la solennità degli immensi sussurri, delle grandi visioni della Natura, la solennità delle forti passioni dell’uomo. Subito ci si sente soggiogati e trasportati in alto. Uno tra i brani più singolari, e tra quelli che mi hanno dato una sensazione musicale davvero nuova, è il brano che ha la funzione di descrivere uno stato di estasi religiosa. L'effetto dell'Ingresso degli invitati e della Festa nuziale è immenso.
Ho avvertito il senso maestoso d'una vita che ha un respiro più grande della nostra. Ancora: ho spesso provato un sentimento di genere assai bizzarro, la fierezza e il godimento nel comprendere, del lasciarsi penetrare profondamente: piacere davvero sensuale, simile al piacere che si ha nel salire su in aria o nel lasciarsi portare dalle onde. La musica talvolta respirava il senso forte del vivere. Complessivamente quelle armonie profonde mi parevan somigliare a quegli eccitanti che accelerano le pulsazioni dell'immaginazione. E ho anche provato, e vi prego di non sorridere, sensazioni che derivano probabilmente dalla conformazione del mio animo e dalle mie consuete preoccupazioni. Dappertutto c'è qualcosa di elevato e che eleva, qualcosa che aspira a salire sempre più in alto, qualcosa che ha il sapore dell’eccesso e della straordinarietà. Faccio un esempio: per usare immagini tolte al linguaggio della pittura, mi immagino d'aver davanti agli occhi una vasta distesa d'un rosso intenso. Se questo rosso rappresenta la passione, io lo vedo gradualmente attraversare tutta la gamma del rosso e del rosa e giungere all’incandescenza della fornace. Sembrerebbe difficile, persino impossibile giungere a qualcosa di più ardente, ed ecco che ancora un'ultima scintilla sprizza tracciando un solco più bianco sul bianco che le serve da fondo. Si tratterà, se così vogliamo dire, dell'estrerno grido dell'animo elevatosi sino al parossismo.
Avevo cominciato a scrivere qualche breve meditazione sui brani del Tannhäuser e del Lohengrin che abbiamo ascoltato, ma ho dovuto ammettere che è davvero impossibile dir tutto. E così potrei continuare senza fine questa lettera. Se avete potuto leggermi vi ringrazio. Mi resta da aggiungere solo qualche parola. Dal giorno in cui ho ascoltato la vostra musica, continuo a dirmi senza sosta, soprattutto nelle ore tristi: potessi almeno sentire stasera un po' di Wagner. E non c'è dubbio che anche altri avranno i miei stessi sentimenti. In conclusione, voi avreste dovuto esser soddisfatto del pubblico, il cui istinto è stato ben più forte della cattiva scienza dei critici giornalisti. Perché non prendete in considerazione l'idea di dare ancora qualche concerto, aggiungendo nuovi pezzi? Ci avete fatto gustare un assaggio di delizie mai provate: avete il diritto di privarci di quel che segue? – Ancora una volta, signore, vi ringrazio: in ore cupe voi siete riuscito a ricondurmi a me stesso e all'immenso.
Non aggiungo il mio indirizzo, perché potreste credere che abbia qualcosa da chiedervi.
Lettera di Richard Wagner
Parigi, 15 aprile 1861
Mio caro signor Baudelaire,
sono venuto diverse volte a casa vostra senza trovarvi.
Sappiate che sono desideroso di dirvi quale immensa soddisfazione mi ha dato il vostro articolo che mi onora e mi incoraggia più di tutto ciò che non sia mai stato detto del mio povero talento.
Non sarebbe possibile dirvi presto, di persona, come mi sia sentito inebriato leggendo le vostre belle pagine che mi raccontavano – come lo fa la miglior poesia – le impressioni che devo vantarmi di aver prodotto su un’intelligenza superiore come la vostra?
Grazie mille del favore che mi avete fatto e spero di potervi chiamare amico.
A presto, non è vero?
Vostro,
Richard Wagner
Charles Baudelaire, Il vulcano malato. Lettere 1832-1866, a cura di Cinzia Bigliosi Franck, Fazi Editore, 2007.
venerdì 7 settembre 2012
Convegno A.I.E.Psi. : "Prevenzione delle Psicopatologie dello sviluppo: Psicoevoluzione, Salute, Scuola" 17 Ottobre 2012
domenica 19 agosto 2012
Prospettive Fotografiche
domenica 12 agosto 2012
L'olivo e la rappresentazione nell'arte
È difficile immaginare la Puglia senza alberi di ulivo, nonostante il taglio indiscriminato di alberi e il dilagare del cemento. Un filo immaginario unisce la storia al territorio, sembra quasi toccarne la trama: si ha la sensazione che intorno all'olivo si consumano immense fatiche, storie autentiche, dal tessuto profondo. Gli ulivi fecero della Puglia un serbatoio di ricchezza di traffici, di operosità e di arte. La storia di questa pianta si estende tra il bacino mediterraneo ed i territori ad oriente sino ai territori a occidente a cavallo tra l'Asia e l'Europa, ma è innegabile che la straordinaria varietà di olivi sono una caratteristica del territorio italiano. La Puglia, con i suoi 350.000 ettari di ulivi, rappresenta, tuttora, una delle regioni più olivicole del mondo.
Non si trattava solo di raffigurare gli ulivi con l'ausilio della tecnica pittorica, ma di restituire allo sguardo dello spettatore una visione autentica e intima della campagna: "L'effetto della luce diurna e del cielo significa che ci sono argomenti infiniti che si trovano negli alberi di ulivo. Per quanto mi riguarda cerco gli effetti contrastanti del fogliame, che cambia con i toni del cielo. A volte, quando l'albero mette a nudo i suoi pallidi fiori, grandi mosche blu, coleotteri smeraldo e cicale in gran numero ci volano su, il tutto immerso nel blu puro. Poi, come il fogliame assume toni più maturi, il cielo è raggiante e striato di verde e arancione e poi di nuovo, in autunno, le foglie assumono toni viola del colore di un fico maturo e questo effetto viola si manifesta pienamente con il contrasto del grande sole nel suo alone pallido di luce limone".
In quell'ambiente Van Gogh restò confinato un anno, dove si sottomise alle cure del dott Thèophile Zacharie Auguste Peyron; gli fu permesso di lavorare sia all'interno dell'ospedale che all'esterno, accompagnato da un sorvegliante. Dipinse centoquarantatrè dipinti ad olio, alcuni dei quali capolavori immortali: Il giardino dell'Ospedale di San Paolo, Gli iris, La Camera di Vincent ad Arles, La notte Stellata, e più di cento disegni tra i quali: Campo di Grano e Cipressi, Alberi di Pino Lungo un Sentiero, e i delicatissimi mandorli in fiore.
Nell'Aprile del 1890 Van Gogh decise di andarsene da Saint-Rèmy per la guarigione non avvenuta - il dott Peyron gli diagnostica l'epilessia che cura con dei semplici bagni settimanali - e, dopo una breve tappa a Parigi per conoscere la moglie dell'amato fratello Theo e come da suo consiglio, si diresse ad Auvers-Sur-Oise, dove il dott Paul-Ferdinand Gachet , laureatosi in medicina a Parigi con una tesi dal titolo "Etude sur la Mèlancolie" (studio sulla malinconia), aveva accettato di ospitarlo e curarlo. La speranza era quella che il dott Gachet potesse finalmente guarirlo dalle sue crisi e dai tentativi di suicidio. Ma Il 27 Luglio, dello stesso anno, a 37 anni, Vincent van Gogh si spara con un colpo di fucile al petto, morendo la notte del 29 Luglio. Queste furono le parole che il dott Gachet rivolse all'amico pittore e che Emile Bernard, riprese alcuni giorni dopo la sua morte: "Egli era un uomo onesto e un grande artista, aveva solo due obiettivi l'umanità e l'arte. Era l'arte che stimava sopra qualsiasi altra cosa e che farà vivere il suo nome".
domenica 15 luglio 2012
Il linguaggio della danza
La danza, nella sua forma più semplice, è un naturale mezzo di espressione del corpo: da sempre i bambini giocando, armonizzano attraverso movimenti spontanei, passi di loro invenzione a ritmo di musica per una maggiore conoscenza di sé, per divertimento o per tradurre fisicamente un'emozione; tale esigenza appartiene a tutti i popoli e a tutte le età.
Le prime danze, risalgono a popolazioni molto antiche quali i Greci, Etruschi ed Egizi, attraverso le figure di danzatori delle sculture e delle pitture murali e vascolari pervenute sino a noi.
venerdì 22 giugno 2012
Arte Nucleare
domenica 10 giugno 2012
Quando l'Arte É Poesia
Ars Poetica
[Source: POETRY FOUNDATION]
Una poesia deve essere palpabile e muta
venerdì 25 maggio 2012
La Linea
domenica 29 aprile 2012
La Terra dei Trulli: Patrimonio Mondiale Dell'Umanità Dall'Unesco
Nel corso dei secoli, la tecnica impiegata nell'architettura spontanea consentì la trasformazione di un'abitazione unicellulare, in un'altra più complessa ed evoluta per ospitare l'uomo, la sua famiglia, gli utensili, gli arnesi da lavoro, compreso di stalla, ovile, pollaio, vigna, alberelli, il tutto circondato dal muretto a secco di confine, segno di sovranità e proprietà. Così dal trullo, che dal principio rappresentò una soluzione basilare e necessaria, si aggregarono altre abitazioni per i nuovi nuclei famigliari, verso una pianificazione architettonica sempre più varia e complessa, che aveva come epicentro il trullo stesso, mantenendo nella gestione dello spazio urbano, l'equilibrio tra l'uomo e la natura.
Anche la tessitura e il ricamo fanno parte delle nobili arti della produzione artigianale, i cui prodotti, un tempo, servivano esclusivamente per le proprie esigenze famigliari: merletti lavorati con l'ago, preziosi ricami su cotone, tappeti per arredamento dai colori vivaci, e le rinomate bisacce: sacche tessute a mano decorate con motivi grafici dalla tradizione balcanica.
Le donne continuano a mostrare con orgoglio i loro splendidi tessuti: ecco un antichissimo telaio ancora in funzione, per la realizzazione di tappeti, borse, tessuti ed altro, in cui rivive il ricordo di un mondo antico, simbolo di continuità con il passato e sapiente conoscenza dei materiali e delle tecniche.
venerdì 6 aprile 2012
Arte virtuale
Il più grande museo virtuale, che propone un percorso affascinante nel mondo dell'arte, dove si possono selezionare, ammirare e conoscere le opere appartenenti ai maggiori musei del mondo, fin nei minimi dettagli, grazie all'innovazione tecnologica.
Entrare in un museo, percorrere le varie stanze, osservare le opere dal vivo, ha un odore particolare, un sapere poliedrico nel modo di percepire l'opera-ambiente, appunta l'attenzione sul reale, offrendo un'esperienza coinvolgente; questo progetto che trova spazio su internet, rappresenta invece un bel approccio e un modo alternativo al sistema informativo del patrimonio artistico, dando forma a uno spazio che eccede l'esclusività della visione, per privilegiare una dimensione relazionale.