giovedì 26 maggio 2011

Lucio Fontana: Immagine, Spazio, Tempo

Nel panorama artistico della seconda metà del Novecento Lucio Fontana rappresenta un caso singolare tra i primi astrattisti italiani, sarà infatti la punta di tutti i movimenti nell'area astratto-informale, che pur nella loro eterogeneità, sono tutti caratterizzati dalla dislocazione di oggetti nello spazio. 
Nelle creazioni di Fontana, Spazio, Segno e Gesto, sono gli elementi che caratterizzano la sua opera, rivoluzionando il concetto di spazio e di materia.  

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1964-65, Tecnica mista

Nel 1948 elabora Il Primo manifesto dello Spazialismo, firmato a Milano,  sostenuto da giovani artisti e architetti tra i quali Marco Zanuso tra i primi a sostenere il potenziale innovativo dei suoi ambienti immersivi"La realtà ha una dimensione cosmica", scrive, e aggiunge: "Ci rifiutiamo di pensare che scienza e arte siano due fatti distinti. Gli artisti anticipano gesti scientifici e i gesti scientifici provocano sempre gesti artistici".

Il movimento spaziale promosso da Luigi Fontana, trae infatti dalla parola "spazio" sia il significato concreto sia il rimando metaforico al vuoto e al cosmo e apre l'arte al rapporto con la scienza e la tecnologia del mondo moderno.
L'arte spaziale in linea con il futurismo, "individua strumenti a disposizione degli artisti", nell'impiego di mezzi nuovi, indicatori  dell'intelligenza umana.
I risultati della ricerca scientifica, applicati in tutte le forme della vita la radio, la televisione, la luce nera, il radar, determinano secondo gli artisti spaziali una trasformazione sostanziale del pensiero.
Di fronte a questa prospettiva, l'arte è chiamata a configurare un nuovo linguaggio oltre i confini della pittura e della scultura, trasgredendo i criteri artistici propri sia della tradizione classica sia di quella moderna.

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, Attese, 1962, Idropittura su tela

Con un rasoio, nel suo gesto magistrale e rivoluzionario (che non ha nulla a che fare con il metodo istintivo della Action Painting o con gli Automatismi del Surrealismo) lo spazio in Fontana si fa Concetto Spaziale con i buchi e in seguito i tagli decisi sostanzialmente monocromi, che aprono un varco nella bidimensionalità della superficie (oltre la materia) verso il vuoto, la luce, l'infinito, l'immaginario, così da orientare la percezione dell'osservatore verso una quarta dimensione.

Fontana stesso, scriverà: "Il buco è l'inizio di una scultura nello spazio. I miei non sono quadri sono concetti d'arte". (...) Al di là della prospettiva se la scoperta del cosmo rappresenta una nuova dimensione, quella dell'infinito, allora faccio io un buco in  questa tela che è alla base di ogni arte, e ho creato così facendo una dimensione dell'infinito. Proprio qui è il pensiero sottinteso, che si tratti di una nuova dimensione, equivalente al cosmo.
È proprio attraverso il buco che si crea quel vuoto retrostante. La scoperta einsteiniana del cosmo nella dimensione dell'infinito, dello sconfinato. E quello che noi abbiamo qui sono il primo piano, il piano mediano, e lo sfondo (...) Cosa debbo fare io dunque per andare avanti? (...) Io faccio buchi, l'infinito li attraversa, la luce li traversa". 

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1952, olio e lustrini su cartone

E ancora, oltrepassando i limiti tradizionali della pittura e della scultura, ci trasporta con le sue creazioni verso nuove esperienze di rappresentazione, legate alle dimensioni del tempo e spazio, introducendo nuovi materiali, come la luce. 
Ambiente Spaziale a Luce Nerapresentato per la prima volta alla Galleria del Naviglio di Carlo Cardazzo nel 1949 a Milano. È una stanza, con pareti, soffitto e pavimenti neri e forme astratte fluttuanti dal soffitto, la trasforma in una voluta illuminata dalla lampada di Wood, che modifica e rende surreale la percezione stessa dello spazio e del movimento. 

Ambiente Spaziale A luce Nera, 1948-49, cartapesta, vernice fluorescente e luce di Wood (realizzato da Fontana alla Galleria del Naviglio, Milano, dal 5 all'11 Febbraio, 1949).

Seguiranno altre forme di ricerca legate alla luce con la serie degli Ambienti spaziali o Ambientazioni, partendo dalla luce di Wood, fino all'uso del neon e del radar; ambienti che verranno distrutti subito dopo la loro realizzazione, ma che apporteranno una vera e propria rivoluzione nel campo dell'installazione, con la luce e lo spazio che circonda l'oggetto e diventa opera, e che saranno poi di grande ispirazione per il lavoro delle generazioni artistiche successive.
L'opera, infatti, inaugura una nuova concezione di ambiente: lo spazio diventa esso stesso opera e anticipa l’interesse per l’opera-ambiente, indicandone una dimensione introspettiva, sociale, oltre che estetica; in un'esperienza immersiva (e sensoriale) che pone il visitatore al centro dell'opera:
"É il primo tentativo di liberarsi da una forma plastica statica; l'ambiente era completamente nero, con la luce nera di Wood, entrarvi trovandoti completamente isolato con te stesso, ogni spettatore reagiva con lo stato d’animo del momento, precisamente, non influenzavi l'uomo con gli oggetti, o forme impostegli come merce in vendita, l'uomo era con se stesso, con la sua coscienza, con la sua ignoranza, con la sua materia". 

Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951

Una chiave di lettura riconducibile del resto ad ogni sua opera, nella sua amplissima attività creativa, sostituendo ai colori nuovi mezzi espressivi, nella sperimentazione di tecniche e materiali sempre nuovi, avviate con la serie dei Buchi e dei Tagli, e in seguito nei cicli delle Pietre e dei Barocchi (opere realizzate anche con l'inserimento di interventi segnici e materici), così come gli incantevoli  Gessi  e i magnifici  Olii potentemente materici e gestuali, dando vita a opere decisamente radicali e innovative.

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1959, olio e matita su tela 

Non mi resta che concludere condividendo le parole del Manifesto Tecnico dello Spazialismo pubblicato da Lucio Fontana nel 1951 a Milano, dove l'arte è  l'esito di una interazione complessa con le nuove tecnologie, l'ambiente e l'architettura stessa. 

"Tutte le cose sorgono per necessità e valorizzano le esigenze del proprio tempo. Le trasformazioni dei mezzi materiali della vita determinano gli stati d’animo dell'uomo attraverso la storia. Si trasforma il sistema che dirige la civilizzazione dalle sue origini. Progressivamente quel sistema che si oppone ad altro sistema già accettato, si sostituisce ad esso nella sua essenza ed in tutte le sue forme. Si trasformano le condizioni della vita e della società e di ogni individuo. In tale progressione l'uomo tende a vivere sulla base di una organizzazione integrale del lavoro. Le scoperte della scienza gravitano su ogni organizzazione della vita. La scoperta di nuove forze fisiche, il dominio della materia e dello spazio impongono gradualmente all'uomo condizioni che non sono mai esistite nella sua precedente storia. L'applicazione di queste scoperte in tutte le forme della vita crea una trasformazione sostanziale del pensiero. Il cartone dipinto, la pietra eretta non hanno più senso; le plastiche consistevano in rappresentazioni ideali di forme conosciute ed immagini alle quali idealmente si attribuivano realtà. (…) È necessario quindi un cambio nell'essenza e nella forma. 

È necessaria la superazione della pittura, della scultura, della poesia. Si esige ora un'arte basata sulla necessità di questa nuova visione. 
Il barocco ci ha diretti in questo senso, lo rappresenta come grandiosità ancora non superata ove si unisce alla plastica la nozione del tempo, le figure pare abbandonino il piano e continuino nello spazio i movimenti rappresentati. Questa concezione fu la conseguenza dell'idea dell'esistenza che si formava nell'uomo, la fisica di quell'epoca rivela per la prima volta la natura della dinamica, si determina che il movimento è una condizione immanente alla materia come principio della comprensione dell'universo. Arrivati a questo punto dell'evoluzione la necessità del movimento è tanto importante da non essere più raggiungibile dalle arti plastiche ed allora quella evoluzione è continuata dalla musica e le arti entrano nel neoclassicismo, pericoloso pantano della storia dell'arte. 

Conquistato il tempo, la necessità del movimento si manifesta pienamente. Gli impressionisti sacrificano il disegno della composizione al colore-luce. Nel futurismo sono eliminati alcuni elementi, altri perdono la loro importanza restando subordinati alla sensazione. Il futurismo adotta il movimento come principio ed unico fine. Lo sviluppo di una bottiglia nello spazio, forme uniche della continuità dello spazio iniziano la sola e vera grande evoluzione dell'arte contemporanea (dinamismo plastico): gli spaziali vanno al di là di questa idea: né pittura, né scultura "forme, colore, suono attraverso gli spazi". 

Coscienti ed incoscienti in questa ricerca, gli artisti non avrebbero potuto raggiungere la finalità senza poter disporre di nuovi mezzi tecnici necessari e di nuove materie. Ciò giustifica l'evoluzione del mezzo nell'arte. Il trionfo del fotogramma, ad esempio, è una testimonianza definitiva per l'indirizzo preso dallo spirito verso il dinamico. Plaudendo a questa trasformazione nella natura dell'uomo, abbandoniamo la pratica delle forme di arte conosciuta ed affrontiamo lo sviluppo di un'arte basata nell'unità di tempo e dello spazio. (…) Il subcosciente, dove si annidano tutte le immagini, che percepisce l'intendimento, adotta l'essenza e le forme di queste immagini, accetta le nozioni che informano la natura dell'uomo. Il subcosciente plasma l'individuo, lo completa e lo trasforma gli dà l'indirizzo che riceve dal mondo e che l'individuo di volta in volta adotta. 

La società tende a sopprimere la separazione fra le due forze per riunirle in una sola forma maggiore, la scienza moderna si basa sull'unificazione progressiva fra i suoi elementi. Da questo nuovo stato della coscienza sorge un'arte integrale nella quale l'essere funziona e si manifesta nella sua totalità. Passati vari millenni del suo sviluppo artistico analitico, arriva il momento della sintesi. Prima la separazione fu necessaria, oggi costituisce una disintegrazione dell'unità concepita. Concepiamo la sintesi con una somma di elementi fisici: colore, suono, movimento, spazio, integranti un'unità ideale e materiale. Colore, l'elemento dello spazio, suono, l'elemento del tempo ed il movimento che si sviluppa nel tempo e nello spazio. Son le forme fondamentali dell'arte nuova che contiene le quattro dimensioni dell'esistenza. Questi sarebbero i concetti teorici dell'arte spaziale, brevemente esporrò la parte tecnica e la sua possibilità di sviluppo, che contiene le quattro dimensioni dell'esistenza. L'architettura è volume, base, altezza, profondità, contenute nello spazio, la 4a dimensione ideale dell'architettura è l'arte. La scultura è volume, base, altezza, profondità. La pittura è descrizione.

Il cemento armato (il mezzo) rivoluziona gli stili e la statica del]'architettura moderna. Allo stile decorativo subentrano ritmi e volumi. Alla statica, la libertà di costruire indipendentemente dalle leggi di gravità (ho visto un progetto di casa in forma d'uovo, di un'altra buttata su un prato infischiandosene della divina proporzione). A questa nuova architettura un'arte basata su tecniche e mezzi nuovi; Arte spaziale, per ora, neon, luce di Wood, televisione, la 4a dimensione ideale dell'architettura. Permettetemi di fare delle fantasie sulle città del futuro, come sono rimaste fantasie le città sole, luce: la conquista degli spazi o l'atomica, suggeriscono all'uomo di proteggersi. Già si costruiscono fabbriche sotterranee; nasceranno centri che potrebbero essere un insieme di cellule, l'uomo finalmente finirà l'intromissione alle bellezze della natura. Si parla in arte di 4a dimensione, di spazio, di arte spaziale; di tutto questo si hanno concetti vaghi o errati. Un sasso bucato, un elemento verso il cielo, una spirale, sono la conquista illusoria dello spazio, sono forme contenute nello spazio nelle loro dimensioni, meno una. 

La Torre di Babele è un esempio antichissimo della pretesa dell'uomo per il dominio dello spazio. La vera conquista dello spazio fatta dall'uomo, è il distacco dalla terra, dalla linea d'orizzonte, che per millenni fu la base della sua estetica e proporzione. Nasce così la 4a dimensione, il volume è ora veramente contenuto nello spazio in tutte le sue dimensioni. La prima forma spaziale costruita dall'uomo è l'aereostato. Col dominio dello spazio l'uomo costruisce la prima architettura dell'Era Spaziale-l'areoplano. A queste architetture spaziali in movimento trasmetteranno le nuove fantasie dell'arte.

Si va formando una nuova estetica, forme luminose attraverso gli spazi. Movimento, colore, tempo, e spazio i concetti della nuova arte. Nel subcosciente dell'uomo della strada una nuova concezione della vita; i creatori iniziano lentamente ma inesorabilmente la conquista dell'uomo della strada.
L'opera d'arte non è eterna, nel tempo esiste l'uomo e la sua creazione, finito l'uomo continua l'infinito".

Post Correlato